METODO AGRICOLO NATURALE SOSTENIBILE. Parte 11

Principio n. 8 - Adattamento ai cambiamenti climatici.
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Principio n. 8

Eccoci giunti all’ultimo degli otto pilastri su cui si fonda il metodo MANS: l’adattamento alle condizioni climatiche.

Da anni, alla fine di ogni stagione, mi dedico a un commento “a caldo” sull’annata appena trascorsa (vedi Le annate: come riconoscere una buona annata). Scrivendo queste riflessioni, mi rendo conto che ciò che un tempo era considerato “anormale” è ormai diventato la norma, mentre un’annata regolare è ormai un’eccezione (come lo fu, ad esempio, il 2015).

Stiamo assistendo a una serie di fenomeni climatici estremi:

  • Annate straordinariamente calde e siccitose: 2003, 2011, 2017, 2022.
  • Gelate primaverili tardive: 2017, 2021.
  • Grandinate intense: 2016.
  • Primavere estremamente piovose, seguite da siccità e calure record: 2023 e, in parte, 2024.

La frase “non avevo mai visto niente del genere” è ormai sulla bocca di tutti, anche dei più anziani.

In Toscana, pur essendo una delle regioni d’Italia con un clima tradizionalmente più temperato, percepiamo chiaramente i segni del cambiamento climatico:

  • Temperature in aumento: inverni sempre più miti e meno giornate di gelo rispetto al passato.
  • Cambiamenti nei pattern delle precipitazioni: la pioggia tende a concentrarsi in eventi estremi, mentre i periodi di siccità si allungano.
  • Eventi atmosferici estremi: tempeste improvvise, grandinate, gelate tardive.
  • Effetti sugli ecosistemi: specie vegetali e animali autoctone sono sempre più minacciate.

Questi segnali rappresentano un chiaro richiamo all’urgenza di un’azione incisiva e coordinata, a livello locale, nazionale e globale, per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e adattarci ad essi.

Uno dei problemi più rilevanti da affrontare è la siccità e lo stress idrico, ma alle ondate di calore si associano inevitabilmente fenomeni come le grandinate.

In passato, le aree urbane erano più limitate e circondate da campagne. Oggi, la cementificazione ha soppiantato gran parte del verde. Dove prima dominava la policoltura, adesso prevale la monocoltura, peggiorando ulteriormente il problema. L’eliminazione del verde e la deforestazione hanno contribuito all’aumento delle temperature, riducendo l’ombreggiamento e il coefficiente di albedo. La conseguenza è che queste pratiche favoriscono l’instabilità atmosferica: l’aria calda al suolo, ricca di vapore acqueo, sale rapidamente verso gli strati più freddi dell’atmosfera (un fenomeno noto come convezione), aumentando la probabilità di grandinate.

Il mantenimento del verde, dei boschi e delle foreste è essenziale per ridurre il riscaldamento globale e stabilizzare il clima. Al contrario, la cementificazione e persino la viticoltura industriale, con lavorazioni continue e invasive del suolo, favoriscono le condizioni per le ondate di calore. Queste ultime, a loro volta, incrementano l’instabilità atmosferica, generando eventi temporaleschi violenti come anche le grandinate.

La mitigazione degli effetti del cambiamento climatico passa anche attraverso il rimboschimento e la protezione delle foreste, strategie che possono ridurre la frequenza e l’intensità di questi eventi estremi. Questo intreccio tra le diverse dinamiche climatiche e territoriali evidenzia la necessità di una gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali.

Un metodo come il MANS (Metodo di Agricoltura Naturale e Sostenibile), che promuove biodiversità, agroforestazione e sostenibilità, crea le condizioni per una maggiore adattabilità al cambiamento climatico:

  • Biodiversità: favorisce una minore vulnerabilità a parassiti, malattie e cambiamenti climatici, poiché ogni specie contribuisce in modo unico all’ecosistema;
  • Agroforestazione: migliora la regolazione microclimatica, la ritenzione idrica e la protezione dall’erosione; inoltre, gli alberi assorbono CO₂, contribuendo alla mitigazione del riscaldamento globale.
  • Sostenibilità: le pratiche rigenerative migliorano la struttura del suolo, rendendolo più resistente agli eventi estremi come siccità e alluvioni; i suoli sani e ricchi di materia organica trattengono più acqua, rilasciandola gradualmente; l’integrazione dei vigneti con siepi e piante arboree crea ecosistemi complessi e resilienti.

L’agricoltura convenzionale, invece, propone strade differenti, come:

  • Sviluppo di varietà resistenti (biotecnologia e OGM).
  • Uso di fertilizzanti e pesticidi avanzati.
  • Meccanizzazione e automazione.
  • Adattamento alle grandi monoculture, con assicurazioni agricole e fondi di emergenza per compensare le perdite causate da eventi climatici estremi.
  • Economia di scala e centralizzazione.

Tuttavia, questo approccio presenta limiti significativi:

  • Dipendenza tecnologica e alti costi iniziali.
  • Riduzione della biodiversità e impatti ambientali negativi (fertilizzanti e pesticidi intensivi, anche se avanzati, possono causare danni a lungo termine).
  • Sostenibilità sociale limitata: tende a escludere i piccoli agricoltori, aggravando le disuguaglianze rurali.
  • Standardizzazione delle produzioni, che riduce l’adattabilità al contesto locale.
  • Focus sul breve termine, trascurando la sostenibilità a lungo termine.

Al contrario, coltivare secondo natura rappresenta un approccio che mette al centro la collaborazione con i cicli naturali, la rigenerazione del suolo, la biodiversità e la sostenibilità duratura. Un esempio di questa filosofia è la policoltura, che consente di coltivare più specie nello stesso appezzamento, sfruttando al meglio le sinergie naturali. Ogni pianta contribuisce all’equilibrio complessivo dell’ecosistema, rendendolo meno vulnerabile a parassiti, malattie e cambiamenti climatici.

Coltivare secondo natura significa lavorare con l’ambiente, non contro di esso, garantendo cibo sano e territori più equilibrati per le generazioni future. Il metodo MANS offre soluzioni più sostenibili, economiche e adatte a piccole e medie aziende agricole, privilegiando l’armonia con i cicli naturali.

Il modello industriale, invece, punta su tecnologie avanzate e alte rese, spesso a scapito della biodiversità, della salute del suolo e dell’accessibilità economica.

Ecco un prospetto comparativo che mostra come il metodo MANS, applicato alla viticoltura, promuova una produzione di alta qualità, rispettosa dell’ambiente e adattabile ai cambiamenti climatici, con un focus su biodiversità, resilienza e valorizzazione dei vitigni locali.

Prospetto Comparativo sulla Viticoltura.

CategoriaMetodo MANS (naturale e sostenibile)Metodo Industriale
Scasso– Scasso superficiale per minimizzare il disturbo del suolo e preservare la struttura naturale e la vita microbica.– Scasso profondo (anche oltre 1 metro) con mezzi meccanici per aumentare la penetrazione delle radici.
 – Uso di attrezzi manuali o leggeri per ridurre l’impatto sul suolo.– Macchinari pesanti che compattano il suolo e possono alterare l’equilibrio idrico.
   
Impianto– Impianto manuale delle barbatelle, evitando il taglio delle radici, per favorire un attecchimento naturale e una crescita equilibrata.– Impianto meccanizzato con taglio (parziale) delle radici per facilitare l’inserimento delle viti in profondità.
 – Massima attenzione al posizionamento delle radici per garantire un contatto naturale con il terreno, con innaffiatura in profondità con prodotti naturali che stimolano la radicazione– Standardizzazione dell’impianto per velocizzare il processo, sacrificando il rapporto naturale tra radici e suolo.
Gestione del suolo– Inerbimento permanente per preservare la struttura e la fertilità del suolo.– Possibile lavorazione meccanizzata per migliorare l’aerazione e facilitare le operazioni.
 – Pacciamatura naturale (es. paglia, compost) per trattenere umidità e prevenire l’erosione.– Fertilizzanti chimici per garantire una crescita rapida e resa costante.
 – Colture spontanee di copertura (es. trifoglio) per migliorare la salute del suolo e ridurre le infestanti.– inerbimento spesso seguito da diserbanti chimici sulla fila per eliminare la competizione tra erbe spontanee e viti.
Biodiversità– Consociazione di viti con piante aromatiche (es. lavanda, rosmarino) per attrarre impollinatori e respingere i parassiti.– Monoculture con viti standardizzate per alta resa.
 – Utilizzo di varietà autoctone– Utilizzo di vitigni sulla base dell’esigenze presunte dei mercati
 – Conservazione delle siepi e degli habitat per insetti utili.– Eliminazione di flora non produttiva per massimizzare lo spazio coltivabile.
Clima e microclima– Agroforestazione per creare ombra e proteggere i grappoli da calore e grandine.– nessuna forma di agroforestazione
Fertilità del suolo– Compost organico e ammendanti naturali per arricchire il terreno.– Fertilizzanti a rilascio controllato per garantire una nutrizione costante.
 – Rotazione delle colture limitrofe per arricchire il suolo di azoto e nutrienti.– Uso di additivi chimici per correggere rapidamente carenze nutrizionali.
Parassiti e malattie– Controllo biologico– Pesticidi di sintesi per eliminare parassiti e funghi.
 – Colture consociate per respingere i parassiti (es. piante repellenti).– Uso di prodotti chimici di precisione distribuiti da droni o macchinari.
Qualità dei grappoli– Grappoli equilibrati grazie alla gestione naturale del suolo e del microclima.– Grappoli standardizzati con alta resa, ma talvolta meno qualità aromatica.
Economia e accessibilità– Bassi costi iniziali grazie a soluzioni locali e naturali.– Elevati investimenti iniziali per tecnologie avanzate e infrastrutture.
 – Valorizzazione della qualità dei vini autoctoni sul mercato.– Produzione di massa per competere con mercati globali

Il Metodo Agricolo Naturale e Sostenibile (MANS), con il suo focus su biodiversità, agroforestazione e pratiche rigenerative, offre un modello complementare, capace di colmare le lacune dell’agricoltura industriale. La combinazione di tecnologie avanzate con approcci naturali potrebbe rappresentare un equilibrio efficace per affrontare le sfide climatiche future.

Integrare queste due filosofie consentirebbe di preservare la qualità dei territori e la salute degli ecosistemi, valorizzando al contempo la produzione agricola. In questo modo, l’agricoltura può evolvere verso un sistema che non solo risponde alle necessità attuali, ma protegge anche le risorse per le generazioni future.

In definitiva, coltivare secondo natura, come propone il MANS, significa investire in un’agricoltura più resiliente, armoniosa e responsabile, capace di trasformare il cambiamento climatico da sfida in opportunità per innovare in modo sostenibile.

“Non finisce qui: nella prossima puntata, esploreremo insieme gli spunti finali, dove riflessioni e prospettive si intrecciano per svelare nuovi orizzonti.”

Restate connessi!!

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Giovanni Batacchi

VIiticoltore e Winemaker